sabato 6 agosto 2016

Lupo, lupo...ma ci sei?

Da quando sono mamma molto è  cambiato nella mia visione della vita, ma anche di quella sui bambini in particolare.  

Non riesco più a tollerare la visione di sofferenze nei bambini.  Non che prima mi piacesse, ovviamente, ma oggi sento un groppo alla gola, un dolore, quasi fisico allo sterno, che mi rende difficile guardare una qualsivoglia immagine di bambini che soffrono. Cambio canale non appena vedo in tv le pubblicità di Medici senza Frontiere,  di bambini abbandonati, malati, denutriti. 
E in questi giorni, dopo il video dei maltrattamenti in un asilo di Milano, ho sentito il bisogno di scrivere sull'argomento.  

Non riesco, non ci riesco proprio a guardare quel video.

Non so cosa mi prende, ma il pensiero di uno solo di quei bambini che hanno dovuto subire queste violenze mi fa stare male. Ma male, giuro, fisicamente! È una cosa che ho riscontrato parlando sia con il Mio, sia con altre amiche mamme. Non ce la si fa. Eppure, ahimè , notizie come questa non è la prima volta che le sentiamo. 
Ma ho cercato di capire cosa sia quel dolore specifico che sento, dato dal mio essere genitore.  Quando hai un figlio vorresti che il mondo per lui o per lei sia accogliente e benevolo, non desidereresti mai il male,  ma questo, oltre che essere ovvio, è anche purtroppo irrealizzabile perché,  si sa, il male, il dolore, la sofferenza sono parte della vita e sono cose che,  pur con le dovute proporzioni,  occorre affrontare per diventare adulti. 

Per cui non è questo quello che mi fa paura. Quello che provo fa parte dell'irrazionale, è  qualcosa di ignoto, un timore sconosciuto che, associato alla possibilità che possa toccare un essere indifeso come un bambino diventa intollerabile.
E, ancor di più, immaginato per mio figlio, ecco che arriva il dolore allo sterno.

Ci sono tante cose che possono far preoccupare un genitore circa la crescita di un figlio, le migliaia di variabili che possono intervenire nella sua vita e che, sfuggendo al tuo controllo, incidono sul corso degli eventi. Ma niente credo sia paragonabile ad una paura indefinita, qualcosa che non ti aspetti e che non sai descrivere. Qualcosa o qualcuno che non conosci. 
E credo che sia questo timore ad intervenire in questi casi nel cuore di una mamma o di un papà, che di fronte ad esso si trovano impotenti. Incapaci di proteggere il proprio figlio. 
Questo fatto dell'asilo di Milano mi fa pensare astrattamente a queste paure, ma anche a interventi più concreti che dovrebbero eliminarle del tutto se le cose funzionassero bene. Ma questi sono altri discorsi. 
Non so se in ogni caso il dolore allo sterno se ne andrebbe del tutto, o se farebbe capolino comunque in altre occasioni. Non lo so. Quello che so e che volevo condividere era questo mio male al petto. 

E questa è  una delle cose che non mi aspettavo, sinceramente. Non la immaginavo cosi mentre aspettavo di essere mamma. Ma credo che dovrò  accettare il fatto che, fra le tante gioie che il diventare mamma comporta, ci sia necessariamente anche questa piccola grande fitta, che farà compagnia al mio cuore per sempre.


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